Il “mattone” di Conegliano

Poteva diventarlo ma acqua e microrganismi non hanno fortunatamente trasformato il manoscritto in un mattone. Nel corso dell’anno 2006 il Comune di Conegliano ci ha affidato, per l'intervento di conservazione e di restauro, la Busta 75 Fascicolo 202, facente parte di una serie degli atti notarili operanti nel territorio coneglianese nel corso dei secc. XVI e XVII.

Registro notarileRegistro notarile

Il documento manoscritto:
carte compattate.

Cataboliti vistosamente presenti
su tutte le carte.

 

Dalla relazione del Comune di Conegliano: Quasi tutto il materiale ha subito danni dovuti nella gran parte dei casi all’acqua piovana, risalenti comunque ad epoca remota. Ci sono casi di carte sporche, altre presentano vistose gore d’acqua, carte molto fragili per la perdita della collatura. In rari casi sono presenti danni causati da insetti; vi sono poi carte strappate e tagliate, altre con esiti di muffe nere e violacee e qualche caso di compattamento. Si nota a volte il fenomeno della trasmigrazione recto/verso dell’inchiostro; in rari casi l’inchiostro acido ha perforato la carta. Anche le legature sono per la gran parte molto deteriorate ed i tasselli d’ancoraggio in pelle sono spesso irrigiditi.

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Rimozione della cucitura.

Umidificazione con vapore freddo.

 

Prima di effettuare il restauro i registri sono stati fotografati e, nel caso la numerazione non fosse presente, le carte sono state numerate. Di seguito si elencano le operazioni di restauro eseguite. I compattamenti sono stati sciolti di volta in volta con modalità più conveniente: molte carte sono state sono state semplicemente staccate a secco, alcune di queste, ove erano presenti locali resistenze al distacco a secco, sono state scompattate coadiuvando l’operazione con una pistola a getto di vapore freddo generato a ultrasuoni. Nei casi di compattamenti massicci le carte sono state inserite in una cella umidificatrice, operando con vapore freddo generato a ultrasuoni.

 

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Fasi dello scompattamento

 

Una volta umidificate, le carte sono state distaccate con l’aiuto di un velo giapponese di sostegno. Alla fine del distacco le carte sono state asciugate su apposite rastrelliere. Successivamente sono state spolverate, sgommate, e sono state adagiate su “tessuto non tessuto”. Poi sono state lavate in una soluzione idroalcoolica e, in seguito, immerse in una soluzione acquosa di idrossido di calcio semisaturo per la deacidificazione. Prima dell’asciugatura le carte sono state ricollate con Tylose Mh 300p al 2%. Il risarcimento è stato effettuato con il metodo a traccia.

 

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Rimozione a secco di cataboliti e sporcizia

Lavaggio e deacidificazione per immersione

 

Per l’adesione delle carte giapponesi si è utilizzato l’adesivo Tylose MH 300 p al 4%. Le carte del gruppo compattato sono state velinate sia al recto sia al verso con velo giapponese Vang 561. Sono stati rinforzati i bordi e le zone fragili della carta mediante l’applicazione di velo giapponese Vang 500 e adesivo Tylose MH 300 p al 4%.

 

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Risarcimento delle lacune con tecnica a traccia

 

Lo spianamento è stato eseguito sotto leggera pressione per evitare dilatazioni dei supporti, previa interfogliazione con cartoni e tessuto-non-tessuto da ambo le parti. La rifilatura delle parti eccedenti di carta giapponese è stata effettuata per mezzo di forbici.

 

Uno dei fascicoli dopo il restauro

Uno dei fascicoli, dopo il restauro

Un esempio di acquisizione digitale

Un esempio di acquisizione digitale: immagine in grande formato

Successivamente le carte sono state ricomposte secondo la numerazione a matita apposta prima del restauro. Infine le stesse sono state rilegate seguendo le tracce individuate prima o durante il restauro, oppure secondo le indicazioni del committente. I registri sono stati collocati in cartelle a quattro falde in cartoncino Klug conservazione. Tutti i frammenti, non più scompattabili, sono stati collocati in cartelline di carta Museum Klug a quattro falde.

Conservazione di tutti i frammenti non scompattabiliConservazione di tutti i frammenti non scompattabili

Conservazione in cartelline dei frammenti non scompattabili

 

Anche le parti di legatura non utilizzate sono state inserite in buste di polipropilene trasparente assieme alle veline di separazione e successivamente in cartelle grigie. Le diverse cartelle sono state inserite in un particolare contenitore bivalve, costruito in cartone di buona qualità, rivestito di tela Bukram sia internamente sia esternamente, ad eccezione delle parti a contatto con le cartelle, che sono state rivestite di carta Museum Klug.

 

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