Il restauro di 279 disegni del Tiepolo.

 

Sala del Tiepolo - Civico Museo Sartorio di Trieste
Sala del Tiepolo - Civico Museo Sartorio di Trieste

 

 

La necessità di procedere al restauro dei disegni del Tiepolo era emersa da uno studio elaborato dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Friuli Veneziaa Giulia di concerto con la Direzione dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste per migliorare lo stato di conservazione della collezione. Hanno aderito alla promozione ed al finanziamento l'Associazione Triestina Amici dei Musei, la signora Annamaria Luciani Contento, il Rotary Club Trieste Nord, l'Inner Wheel Club Trieste. Il restauro è stato possibile anche grazie ad un finanziamento straordinario da parte della nostra Regione. Infine, con il contributo della famiglia triestina Costantinides, i Civici Musei hanno potuto allestire, nella Villa Sartorio, le sale Tiepolo con attrezzati arredi che ne permettono sia la fruizione sia la miglior conservazione della collezione. I lavori di restauro sono stati diretti dalla dott.ssa Beatrice di Colloredo Toppani della Soprintendenza Artistica di concerto con il Direttore dei Musei dott. Adriano Dugulin e della Conservatrice dott.ssa Grazia Bravar. Tutti il lavori sono stati effettuati presso i Civici Musei. Il fatto di restaurarli presso i Musei aveva due precisi scopi:

- il primo era di ordine economico: portare la collezione nel Laboratorio del Centro Studi e restauro implicava la stipula di una apposita Polizza Assicurativa il cui premio era alquanto oneroso.

- in secondo e forse la principale ragione, era la costante e giornaliera presenza del Conservatore e dello Storico della Soprintendenza nella discussione dei metodi di restauro da adottare su ogni disegno.

Comunque tutte le metodologie di restauro utilizzate, erano conformi alle disposizioni dettate dagli Organi Ministeriali.

Il nostro unico compito era quello di individuare la causa di degrado e di applicare la metodologia più opportuna per neutralizzala. Prima dell'intervento di restauro, è stato essenziale conoscere ciò che aveva rilevanza dell'opera stessa. Cioè il suo stato d'origine, ciò che l'invecchiamento ha lasciato come tracce: la patina, l'ingiallimento della carta, l'indebolimento delle materie grafiche, le trasformazioni chimiche come l'acidificazione degli inchiostri. Ed infine ciò che aveva rilevanza riguardo all'intervento del uomo che col passare del tempo ha lasciato sui disegni come le montature, le iscrizioni, i restauri, i ritocchi o le modificazioni. Oggi si ammette il fatto di non modificare l'opera originale in nessuna maniera. Mentre si cerca di sopprimere, per quanto possibile, le conseguenze dell'invecchiamento provocato dalla stessa natura dei materiali o dalla cattiva conservazione dell'opera.

La collezione del Tiepolo è composta da 254 fogli: 25 dei quali sono disegnati anche sul verso, per un totale di 279 disegni. Quasi tutti sono a penna con ombreggiature acquarellate. Ma il Tiepolo amava disegnare con varie tecniche e spesso contemporaneanente. La matita, nera o a sanguigna, il gessetto, bianco o nero, la penna d'oca con inchiostro metallo - gallico o con bistro a base di fuliggine, l'acquarello bistro o seppia e la biacca per le lumeggiature.

Le carte che il Tiepolo utilizzò per disegnare erano varie. Vergate e sottili del tipo da lettera, granulose e compatte del tipo da registro, di color grigio, azzurro o avorio. Molti disegni erano incollati grossolanamente su fondi di carta moderna e antica.

L'analisi sullo stato di conservazione era stato effettuato visivamente. Il principale problema riscontrato sui disegni era l'ossidazione degli inchiostri metallo-gallici. In corrispondenza dei tratti a penna più marcati l'acidità aveva indebolimento e corroso il supporto cartaceo. In alcuni casi l'acidità aveva provocato delle perforazioni con perdita del segno grafico. Oltre a questo stato di conservazione era da osservare che i fogli intatti erano pochi. Molti disegni erano ritagliati, spesso dopo essere stati riquadrettati con rigatura a matita. Alcuni erano strappati agli angoli, perchè malamente staccati da qualche fondo di sostegno. Si sono evidenziati altri problemi tra cui l'applicazione di nastri adesivi visibili lungo i margini per saldare gli strappi oppure applicati agli angoli forse per fissarli su fondi di sostegno e la presenza di macchie di varia natura tra cui il foxing, le gore, i residui di colle e le macchie grasse. Molte macchie deturpavano la lettura delle opere. L'applicazione di fondi di carta antica adesa con punti di colla di origine animale o vegetale agli angoli. Questa colla aveva creato delle antiestetiche macchie. Mentre altri disegni erano incollati completamente su carta o cartone moderno di pessima qualità con adesivi sintetici. Sul verso del disegno "La folla e i serpenti", in un precedente e sommario restauro, era stato incollato un velo di carta. Lo scopo, probabilmente, era quello di fermare la perdita di frammenti di carta causati sia dalla perforazione delle mediazioni grafiche acide sia a causa della piegatura del foglio. Però il disegno si era deformato creando vistose ondulazioni. Il nostro intervento di restauro è stato molto delicato e minuzioso, semplice ed efficace.

La spolveratura e la sgommatura sono state le prime tappe per la pulitura dei disegni. Sono servite ad eliminare lo sporco depositato sulla carta costituito da materie polverose di origine diversa. Questo trattamento preliminare ha evitato la panetrazione delle polveri all'interno della carta durante le operazioni di pulitura ad umido. La maggior difficoltà era quella di evitare le tracce a matita lasciate dal Tiepolo per l'abbozzo del disegno e la quadrettatura del soggetto.

Il distacco dei fondi antici e moderni è avvenuto a secco fin dove era possibile e successivamente per umidificazione lenta fmo al distacco completo del supporto. Solo i fondi antichi, dopo il restauro, sono stati riattaccati ai disegni con delle piccole linguette di carta giapponese. Il lavaggio di solito viene effettuato con acqua immergendo il foglio in apposite vasche. I disegni del Tiepolo non potevano essere immersi nell'acqua a causa della solubilità delle mediazioni grafiche presenti. Si è ovviato trattando localmente, concentrando l'azione sulle parti non disegnate. Questo trattamento, eseguito con acqua deionizzata, ha permesso di scaricare gli acidi solubili, le impurità e i prodotti di degradazione della cellulosa, largamente responsabili dell'ingiallimento della carta e dell'acidità degli inchiostri. Prendere la decisione di eliminare le macchie da un disegno è stata una delle più delicate. Il trattamento delle macchie ha spesso un fme estetico ed è per natura più o meno localizzato. Poichò l'operazione di eliminare le macchie dai disegni, non viene effettuata esclusivamente ai fini conservativi, si è preferito attenuarle in modo che disturbassero il meno possibile senza insistere troppo col trattamento. Le metodologie di smacchiatura utilizzate sono derivate dalla pratica, confrontando macchie analoghe, classificandole in vari gruppi eterogenei per poi scegliere il prodotto di conseguenza. Oltrettutto effettuare l'analisi e lo studio delle macchie in Laboratori scientifici, per individuare la loro composizione, sarebbe stata ideale, però avrremmo dovuto prelevare campioni della materia delle macchie. Il trattamento delle gore o aloni d'acqua e delle macchie di colla poneva problemi minimi. Un trattamento a tamponamento con acqua tiepida è bastato. Le macchie di grasso sono state tolte con solventi organici quali l'alcool etilico, l'acetone, l'etere etilico. Le macchie di foxing, giallo - bruno a forma puntiforme, la cui ricerca non ha ancora definito se è di natura minerale o vegetale, sono state trattate con acqua ossigenata ad una bassa percentuale. Le macchie di resina sintetica lasciate dalle pellicole adesive sono state eliminate con solventi organici. L'intervento di deacidificazione ha avuto lo scopo di neutralizzare gli acidi presenti soprattutto negli inchiostri. Contemporaneamente si è introdotto nella carta una riserva alcalina che neutralizzerà una eventuale comparsa di sostanze acide, di solito presenti nell'aria sottoforma di gas solforico. Il metodo di deacidificazione acquosa per immersione sarebbe stato probabilmente il più efficace. Ma purtroppo su questi disegni non era possibile in quanto gli inchiostri sono solubili.

Quindi la deacidificazione è stata eseguita per umidificazione capillare con una soluzione semisatura di idrossido di calcio in acqua per i disegni con gli inchiostri poco solubili. Mentre per gli altri disegni si è adottata la tecnica di deacidificazione alcoolica: il prodotto più idoneo, o meglio meno problematico nei confronti della solubilità degli inchiostri è stato il carbonato di metilmagnesio in metanolo dato a pennello. Il risarcimento delle parti mancanti del disegno è stato eseguito con carta giapponese tracciando lungo i bordi con un punteruolo e dopo averla trappata la si incoila lungo la lacuna. Molti bordi presentavano piccole lacerazioni, strappi che sono stati consolidati con velo giapponese. Come adesivo è stata utilizzata la metilcellulosa Tylose MH 300p: un prodotto reversibile e stabile nel tempo.

Lo spianamento dei disegni è stata l'ultima operazione di restauro. I disegni sono stati posti sotto leggero peso fra carte assorbenti e cartoni. Tutti i disegni, infine, sono stati inseriti in passepartouts di cartone non acido con riserva alcalina. E' stato scelto questo tipo di montatura perché permette la manipolazione, il trasporto e l'esposizione senza toccare l'opera.


Gorizia febbraio 2000